Procedimento civile – Capacità processuale – In genere – Legittimazione processuale – Presupposti – Rappresentanza sostanziale – Necessità – Difetto – Conseguenze – Esclusione della “legittimatio ad processum” – Rilevabilità d’ufficio anche in sede di legittimità – Sussistenza – Condizioni – Fattispecie
In tema di rappresentanza processuale, il potere rappresentativo, con la correlativa facoltà di nomina dei difensori e conferimento di procura alla lite, può essere riconosciuto soltanto a colui che sia investito di potere rappresentativo di natura sostanziale in ordine al rapporto dedotto in giudizio, sicché, in difetto, è esclusa la “legittimatio ad processum” del rappresentante e il relativo accertamento – attenendo alla verifica della regolare costituzione del rapporto processuale – può essere effettuato anche d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello di legittimità, con il solo limite del giudicato sul punto. (In applicazione di tale principio, la S.C. ha cassato la decisione con cui il giudice di appello – nel pronunciarsi sul gravame proposto dall’assicuratore della responsabilità civile, terzo chiamato in garanzia nell’ambito di un giudizio risarcitorio, diretto a far valere l’inoperatività della polizza – aveva respinto l’eccezione con cui l’attrice-danneggiata, già vittoriosa in primo grado, aveva inteso far valere il difetto di legittimazione del procuratore del chiamato in garanzia per l’omessa dimostrazione del conferimento dei poteri inerenti la qualità di procuratore speciale, erroneamente motivato sul presupposto dell’estraneità dell’appellata al rapporto tra assicurato ed assicuratore). (Cassa con rinvio, App. L’Aquila, 13/6/2011)